Storia del trasporto pubblico a Ferrara: le tramvie elettriche

L'8 ottobre 1906 furono concessi l'impianto e l'esercizio di linee tranviarie a trazione elettrica in città.

La Società Anonima Ferrarese per Trazione Forza e Luce fu fondata a Milano grazie alla partecipazione di ferraresi, bolognesi e di altri cittadini. Questa nuova società, dal 1907, unificò i servizi elettrici d'illuminazione pubblica e privata con i nascenti collegamenti tranviari e li gestirà fino al 1938.

Nel novembre del 1907 s’inaugurò un servizio automobilistico tra Ferrara e Pontelagoscuro. Contro questo servizio fece subito ricorso la società che gestiva il collegamento con gli omnibus a cavalli e il Prefetto si vide costretto a sopprimere il collegamento.

Nel 1910 s’iniziò a elettrificare le linee dei tram a cavalli alle quali si aggiunsero le linee per Porta Mare e Borgo San Luca e il deposito e la centrale elettrica d’alimentazione della rete tranviaria (foto 4).

Il 13 luglio 1910 iniziarono a circolare i primi tram elettrici urbani a Ferrara.
Il 25 marzo 1912 fu inaugurata la tramvia elettrica Ferrara-Pontelagoscuro (foto 5 e 6).

Negli anni della prima guerra mondiale le tramvie dovettero adeguarsi alla situazione di emergenza. A Ferrara per i numerosi feriti ivi ricoverati fu istituita una linea tranviaria che collegava la Stazione Ferroviaria con l'Ospedale della Croce Rossa, sito in Corso Giovecca.

Durante gli ultimi anni della guerra la Società TFL dovette supplire alla mancanza di personale maschile assumendo donne con mansioni di bigliettaie e di manovratrici dei tram elettrici. I problemi economici del dopoguerra spinsero, anche a Ferrara, l’uso della pubblicità esposta sui tram.

Nel 1925 la TFL propose al Comune di sperimentare l'agente unico sulla linea di Porta Mare che aveva una scarsa affluenza. Nel 1930 fu rivista la Convenzione del 1907 al fine di riorganizzare e ampliare le linee di trasporto pubblico nel territorio comunale anche con linee di autobus ad accumulatori. La situazione economica della TFL continuò a peggiorare, aggravata da una scarsa affluenza di passeggeri.

Nel 1937 la Società TFL giunse al fallimento.

Tra il 1933 e il 1937 in città erano presenti le seguenti linee:

  • Linea Tram 1 Castello - Ferrovia
  • Linea Tram 2 Castello - Borgo San Giorgio
  • Linea Tram 3 Castello - Porta Mare
  • Linea Tram 4 Castello - Borgo San Luca (Deposito)
  • Linea Autotram Castello - Ospedale Sant'Anna (autobus ad accumulatori)
  • Linea Autotram Castello - Foro Boario (autobus ad accumulatori)
  • Linea Tram Ferrara (Castello) - Pontelagoscuro (extraurbana dal 1917)

 


 

Di seguito, due brani tratti dalle opere di Giorgio Bassani.

 

"Anche Corso Giovecca, e intendo il piano stradale che occupa, come un largo fiume visto di scorcio, lo spazio centrale della cartolina, è assai diverso da ora. La pavimentazione attuale è una cosa di lusso, da grande città. Come è adesso, la Giovecca è un lungo, imponente stradone, così ampio e pulito da riflettere il colore del cielo. Delle rotaie del tram, delle guide di pietra bianca lungo le quali scorrevano calessi e biciclette, non è, da tempo, rimasta più traccia. Il ferro delle rotaie chissà dove è a dato a finire: inghiottito anche esso, forse, dall'ultima guerra. Quanto ai lastroni di pietra delle guide che servivano al traffico dei veicoli - due doppie strisce parallele, di fianco alle rotaie del tram - alcuni anni fa furono raccolte in un prato di là dai bastioni e, qui abbandonate, in breve si sono coperte di muschio"

Da G. Bassani, Le Storie Ferraresi, Einaudi, 1960.

 

"Chiudo gli occhi. Rivedo il grande varco asfaltato del viale Cavour, interamente deserto  dal castello fino alla barriera daziaria, coi lampioni stradali, disposti in lunga prospettiva a una cinquantina di metri l'uno dall'altro, ancora tutti accesi. Il conduttore Aldrovandi, di cui, dall'interno del tram, non si può scorgere che la gobba schiena irritata, spinge il suo decrepito carrozzone al massimo. Ma ecco, un po' prima che il tram sia arrivato alla barriera, ecco piombare alle nostre spalle, e sorpassarci rapidissima col caratteristico fruscio soffocato che fa il motore della Lancia, una macchina, un tassì. È una Astura verde, sempre la stessa.Ogni martedì e venerdì mattina ci supera pressappoco alla medesima altezza di viale Cavour. Ed è così veloce, il tassì, che quando noi, col nostro tram che beccheggia paurosamente nello sprint finale, irrompiamo nel piazzale della stazione, esso non solo ha già deposto il suo passeggero (un signore corpulento, fornito di lobbia dal bordo bianco, di occhiali d'oro, di cappotto dal bavero di pelliccia), ma ha fatto manovra, e sta anzi ripartendo in direzione contraria alla nostra, verso il centro." 

Da G. Bassani, Gli Occhiali d’oro, Einaudi, 1958.

 

Le altre pagine della storia del trasporto pubblico di Ferrara

La nascita del trasporto pubblico  |  Le tramvie elettriche  |  La Società Trasporti Urbani  |  La pubblicizzazione